«Siamo qui in Val D’Adige con una nuova occasione, la terza dopo San Zeno di Montagna e Sant’Anna D’Alfaedo, per raccogliere idee, spunti, riflessioni, e per gettare le basi per le linee guida che caratterizzeranno i prossimi anni, non solo per il GAL, ma anche per le aree in cui il nostro ente opera ed è presente». Ha esordito così il presidente Ermanno Anselmi ieri sera all’incontro organizzato nella sala civica di Palazzo Salgari, sede del Comune di Dolcè, per presentare il percorso di avvicinamento alla nuova Programmazione 2023-2027.
A fare gli onori di casa è stato il sindaco Massimiliano Adamoli: «Siamo orgogliosi di poter ospitare nel nostro comune questo momento di condivisione di idee e di ragionamento utile per lo sviluppo delle zone che interessano Dolcè, i paesi limitrofi e in generale tutti i territori in cui è presente il GAL Baldo-Lessinia».
La prima parte dell’incontro, più tecnica, è stata riservata a un pubblico di amministratori locali (presenti molti sindaci), la seconda a tutta la cittadinanza. «F.U.T.U.R.A. è un acronimo pensato per dare un’identità all’azione del GAL da qui ai prossimi cinque anni, declinata in una “F”, che sta per fertilità, riferita in particolare alle nostre terre, storicamente produttive; in una “U” di uomini, intesi come persone, senza distinzione di genere; in una “T” di territori, quelli toccati e valorizzati dall’azione sinergica coordinata dal nostro ente; un’altra “U” di unicità, storiche, architettoniche, enogastronomiche; una “R” di relazioni, quelle che cerchiamo di sviluppare e consolidare con la nostra attività; una “A” di ambiente, risorsa che nelle nostre zone rappresenta un vero e proprio patrimonio» ha commentato la direttrice Elisabetta Brisighella.
«Gli interventi che caratterizzeranno la prossima Programmazione si possono suddividere in due direzioni: gli interventi ordinari, coerenti con la strategia che il GAL si pone, e gli interventi specifici. – aggiunge la direttrice – La prima finalizzata a contribuire alla vitalità delle zone rurali, contrastare lo spopolamento, la povertà e il degrado ambientale, la seconda suddivisa in un’azione di accompagnamento del GAL (solo se vengono presentati progetti di Comunità), in un avviamento di attività extra agricole (commercio, artigianato servizi), in investimenti extra agricoli (ex 6.4.2 con differenti codici Ateco), in investimenti non produttivi nelle aree rurali (sfalcio prati, ammodernamento vecchie strutture, ammodernamento attrezzi), in informazione per la fruibilità dei territori, in cooperazione interterritoriale e transnazionale».
Tante le domande e i contributi che sono arrivati dal pubblico, particolarmente nutrito ieri, a fine serata. «I cinque incontri sono stati pensati proprio per questo. – chiosa il presidente Ermanno Anselmi – Come dicevo prima, vorremmo che fossero da stimolo per immaginare il futuro dei nostri luoghi e delle nostre persone, che vivessero da protagoniste attive, non da spettatrici. Le persone presenti oggi, come quelle delle scorse volte, lo hanno già capito».