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Pecora Brogna, a Bosco arriva l’Università Slow Food

Lunedì 20 febbraio, alle ore 19 presso il ristorante Veneranda, a Bosco Chiesanuova, si terrà una serata dedicata alla Pecora Brogna. L’evento, organizzato dall’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, in collaborazione con l’Associazione per la promozione e tutela della Pecora Brogna e con il Centro Consorzi (capofila del progetto), intende proporre un momento di confronto tecnico sulla carne della Pecora Brogna rivolto principalmente a ristoratori, macellerie, allevatori, condotte Slow Food, istituzioni sensibili ai temi dell’innovazione e della valorizzazione delle produzioni locali di qualità e a tutti gli attori della filiera interessati.

L’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, in provincia di Cuneo, è nota anche come l’Università Slow Food e rappresenta un’eccellenza a livello nazionale in questo ambito. Grazie al Progetto Sheep Up, finanziato dal PSR Veneto 2014-2020, l’ateneo piemontese ha curato lo sviluppo di prodotti e proposte gastronomiche innovative a base di carne ovina, valorizzandone le potenzialità in cucina.

«Si tratta di una carne dalle straordinarie proprietà sensoriali e nutraceutiche oggi ancora poco conosciute. – si legge in una nota – Così come ancora scarsa è la consapevolezza del ruolo strategico che questi allevamenti svolgono nella conservazione del paesaggio montano, in questo caso della Lessinia, e dei suoi equilibri ecologici.

Pecore Brogna al pascolo in Lessinia
Pecore Brogna al pascolo in Lessinia

Alla serata parteciperà anche il GAL Baldo-Lessinia con il presidente Ermanno Anselmi. Il GAL, infatti, fin da subito ha dimostrato vicinanza e sostegno all’Associazione per la promozione e tutela della Pecora Brogna, nata oltre una decina di anni fa sul territorio della montagna veronese nel tentativo, riuscito, di salvare l’ultima razza ovina autoctona della Lessinia.

In Veneto, oltre alla Brogna, esistono altre tre razze ovine a rischio estinzione: Alpagota, Lamon e Foza. Queste insieme alla razza della Lessinia sono sopravissute nel tempo grazie all’impegno della Regione Veneto, dei Centri di Ricerca e dei Centri di Conservazione, di appassionati studiosi, di Enti ed Associazioni (tra cui il GAL), ma soprattutto grazie al quotidiano lavoro di allevatori custodi che hanno creduto e credono che la biodiversità sia davvero un patrimonio irrinunciabile di valori, identità locale e futuro da custodire a tutela delle presenti e prossime generazioni.


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“Iniziativa finanziata dal Programma di Sviluppo Rurale per il Veneto 2014-2020.
Organismo responsabile dell’informazione: GAL Baldo-Lessinia.
Autorità di gestione: Regione Veneto – Direzione AdG FEASR Bonifica e Irrigazione”