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Anselmi: «Il vero patrimonio del GAL sono le relazioni costruite in trent’anni di lavoro»

Il Presidente del GAL Baldo-Lessinia Ermanno Anselmi è stato ospite nel corso della 21ª Settimana Veronese della Finanza, Economia e Lavoro, rassegna organizzata dall’Associazione Verona Network e dedicata, venerdì 24 ottobre, al tema “Enti, infrastrutture e innovazione”.

Nell’occasione, Anslemi ha illustrato i principali risultati del Programma di sviluppo locale F.U.T.U.R.A. e le prospettive della prossima programmazione. L’obiettivo resta quello che guida l’attività del GAL da oltre trent’anni: mantenere vivi i territori marginali della montagna e delle aree rurali attraverso progetti di sviluppo sostenibile, innovazione e inclusione.

Presidente Anselmi, partiamo dal ruolo del GAL Baldo-Lessinia.

Il GAL è a tutti gli effetti un ente di sviluppo locale, che rappresenta la parte alta della provincia di Verona e mette in rete oltre 50 soci pubblici e privati. La nostra missione è quella di creare sinergie territoriali e attivare processi di sviluppo sostenibile grazie ai fondi europei della programmazione LEADER. Ogni ciclo ha una durata di circa sei anni e permette di finanziare progetti che vanno dalle infrastrutture rurali ai servizi di comunità, fino alla valorizzazione ambientale e culturale.

Il programma attuale si chiama “F.U.T.U.R.A.”. A che punto siete?

Siamo già molto avanti: il PSL 2023-2027 ha una durata di quattro anni, ma abbiamo impegnato tutte le risorse già al secondo anno. Questo ci permette di concentrarci ora sul monitoraggio e sulla progettazione del prossimo Piano di Sviluppo Locale 2028-2034. La fase attuale ci consente di fare sintesi di ciò che è stato realizzato in trent’anni di attività, per calibrare meglio le risorse future.
Oggi il partenariato del GAL è maturo e consolidato: conosciamo bene i nostri interlocutori, pubblici e privati, che operano nel settore primario, secondario e terziario. Questa conoscenza diretta del territorio è la nostra forza.

In cosa “F.U.T.U.R.A.” si differenzia rispetto alle programmazioni precedenti?

Nelle precedenti fasi il GAL concentrava le risorse su singole attività, pubbliche o private. Con F.U.T.U.R.A., invece, abbiamo puntato sull’integrazione e sulla cooperazione, costruendo reti di servizi e relazioni tra enti e imprese. L’obiettivo è ridurre il divario tra le aree più sviluppate e quelle periferiche, creando condizioni di vitalità anche nei villaggi più piccoli.
Stiamo lavorando per contrastare lo spopolamento e rafforzare la coesione sociale, perché lo sviluppo non può essere solo economico: deve essere anche comunitario.

Avete già iniziato a lavorare alla prossima programmazione?

Sì, stiamo già guardando al futuro. Stiamo collaborando con gli altri nove GAL del Veneto per definire una strategia condivisa, utile anche alla Regione Veneto e alla Commissione europea per orientare le politiche del prossimo ciclo. Vogliamo che il lavoro fatto in questi anni serva a influenzare positivamente le scelte politiche, perché le nostre esperienze concrete dimostrano che investire nelle aree rurali genera valore diffuso.
Non credo che la soluzione sia spingere le persone verso le città: il futuro passa dal mantenere vivi i presidi territoriali marginali, dal Bellunese al Polesine, fino alla Lessinia. Solo così si può costruire uno sviluppo equilibrato e omogeneo.

Recentemente avete lanciato un appello contro i tagli alla Politica Agricola Comune.

Sì, come Coordinamento dei GAL veneti siamo preoccupati per le ipotesi di riduzione dei fondi PAC e per il rischio di spostare risorse verso altre priorità, come il riarmo. Quando si tagliano le risorse, a pagarne le conseguenze sono sempre le zone più fragili.
Stiamo elaborando un manifesto dei GAL veneti, condiviso anche con le associazioni di categoria regionali, per portare all’attenzione della politica europea e nazionale le istanze dei territori rurali. È un documento nato “dal basso”, dal confronto con i sindaci, le imprese agricole e gli enti locali, che vivono quotidianamente queste difficoltà.

In questo processo il ruolo delle associazioni di categoria è fondamentale.

Assolutamente. I GAL, fin dalla loro nascita, sono costruiti e gestiti insieme alle associazioni di categoria e agli enti locali. Sono loro i nostri interlocutori naturali, perché conoscono le esigenze produttive e sociali delle comunità.
Spesso, pur dicendo le stesse cose, le istituzioni e le organizzazioni non riescono a unire le forze. Il Coordinamento dei GAL sta cercando proprio di creare una voce univoca, per portare in Regione e a Bruxelles un punto di vista comune, fondato su esperienze reali e progetti concreti.

Qual è oggi il vero patrimonio del GAL Baldo-Lessinia?

Il vero patrimonio non sono solo le risorse economiche, ma le relazioni costruite in trent’anni di lavoro. Il nostro partenariato è coeso e operativo, e questo fa la differenza: siamo uno dei pochi esempi di ente sovracomunale capace di tenere insieme realtà pubbliche e private in un progetto condiviso.
Quando abbiamo celebrato i trent’anni del GAL, abbiamo toccato con mano quanto sia forte questo legame. Le risorse si possono esaurire, ma il capitale umano e relazionale che abbiamo creato è ciò che garantisce futuro e continuità al territorio.


INTERVENTO 19.1.1 INTERVENTO 19.4.1 INTERVENTO 19.2.1.X

INTERVENTO SRG05

INTERVENTO SRG06 AZIONE B

“Iniziativa finanziata dal Complemento di sviluppo Rurale per il Veneto 2023-2027.
Organismo responsabile dell’informazione: GAL Baldo-Lessinia.
Autorità di gestione: Regione Veneto – Direzione AdG FEASR Bonifica e Irrigazione”