Dal 3 al 7 settembre l’Associazione APSS Abazia di Badia Calavena presieduta da Luigi Venturini, con il patrocinio del GAL Baldo-Lessinia, organizza un trekking speciale per celebrare i 35 anni del Sentiero Europeo E7, che attraversa il continente dal Portogallo alla Romania e che nel 1990 venne inaugurato in Italia al Rifugio Scalorbi, sulle Piccole Dolomiti. L’iniziativa prevede un percorso di 79 chilometri da Malcesine, sul Lago di Garda, fino al Rifugio Campogrosso, coinvolgendo escursionisti e gruppi locali lungo le tappe veronesi e vicentine.
Il tracciato, recentemente risistemato con nuova segnaletica grazie al lavoro congiunto dell’Associazione Abazia, del gruppo Ana Basson e del gruppo El Capel di Parona, sarà percorso in cinque giorni con soste nei rifugi partendo dalla stazione base della Funivia del Baldo a Malcesine. «Abbiamo pensato di dare nuovo lustro a questo itinerario, che negli anni ha rischiato di essere dimenticato» racconta Maurizio Boni, tra i fondatori del sentiero assieme alla moglie Maria Grazia Comini. «Non è una staffetta, ma un cammino condiviso, con un gruppo compatto che partirà da Malcesine e arriverà a Campogrosso, passando per tappe significative come il Telegrafo, la Val d’Adige, la Lessinia e il Passo Pertica».

Il trekking sarà anche occasione per momenti simbolici, come il tramonto e l’alba sul Monte Baldo e la firma della bandiera celebrativa da parte di sindaci ed enti locali, oltre che dai partecipanti. L’arrivo a Campogrosso è previsto per domenica 7 settembre a ora di pranzo, con un brindisi e una tappa fuori percorso al Rifugio Fraccaroli per un saluto speciale.
Boni ha ricordato anche la genesi di questo grande cammino, rievocando la passione che negli anni ’70 e ’80 lo spinse, insieme alla moglie, a impegnarsi in prima persona. «Trentacinque anni fa facevo parte della Federazione Italiana Escursionismo e in occasione di un convegno conobbi i responsabili della Federazione europea. Mi chiesero se avevamo voglia di “fare un lavoretto” e segnare il tratto italiano del Sentiero E7. All’epoca eravamo giovani e pieni di entusiasmo e accettammo subito: così nacque questa avventura».
Un lavoro di anni, fatto di segnalazioni, manutenzioni e tappe percorse passo dopo passo: «Con mia moglie e pochi altri amici abbiamo rimesso in piedi chilometri di tracciati, cartelli e collegamenti. Oggi, vedere nuove energie che si uniscono a noi, è una grande soddisfazione».

La storia del Sentiero E7, che dalle isole Canarie arriva fino alla Romania, diventa così anche un racconto personale, intrecciato con quello di un’Europa che ancora non esisteva politicamente ma che già si esprimeva in queste reti di cammini. «Possiamo dire che i sentieri europei sono stati precursori dell’Europa unita: quando fu inaugurato il Sentiero E5 nel 1972, l’Europa comunitaria non c’era ancora. Forse eravamo un po’ visionari, ma credevamo nel valore del camminare e dello stare insieme, per davvero» conclude Boni.


 
				






