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I GAL del Veneto lanciano l’allarme sul futuro della PAC e del programma LEADER: «A rischio le aree marginali»

I GAL (Gruppi di Azione Locale) del Veneto, tra cui il GAL Baldo-Lessinia, esprimono profonda preoccupazione per la proposta avanzata dalla Commissione europea in merito al nuovo Quadro Finanziario Pluriennale 2028–2034, che prevede la fusione tra la Politica Agricola Comune (PAC) e la Politica di Coesione in un unico strumento di programmazione nazionale. La riforma, pensata per semplificare e aumentare la flessibilità degli interventi, rischia secondo i GAL di compromettere la specificità degli strumenti di sviluppo rurale e di mettere in crisi le realtà più deboli, come quelle montane e marginali, che nel tempo hanno beneficiato del sostegno diretto dei programmi PAC e LEADER.

Un paesaggio in Lessinia.
Un pascolo in Lessinia.

Agostino Bonomo, presidente del GAL Montagna Vicentina e coordinatore dei nove GAL del Veneto, ha dichiarato: «Siamo a fianco al mondo dell’agricoltura, un settore che conosciamo profondamente perché attraversa in maniera totale la maggior parte delle compagini sociali dei nostri GAL. Vogliamo esprimere il nostro disappunto rispetto al nuovo quadro finanziario pluriennale con l’accorpamento delle risorse per lo sviluppo rurale in un fondo unico. Non è questo il momento migliore, tra crisi internazionali e guerre in atto, per accorpare le Politiche di Coesione con la PAC, equiparando l’agricoltura a tutti gli altri comparti dell’economia e del libero mercato, facendo peraltro in questo modo decadere quelli che erano gli elementi fondanti del 1962». Bonomo ha inoltre evidenziato come «i GAL, per loro natura, sono il presidio più prossimo alle istanze dei territori rurali, e perdere questa funzione significherebbe compromettere un modello che funziona, che ha generato risultati concreti e che ha ancora molto da offrire in termini di sviluppo sostenibile e coesione sociale». E ha concluso: «Semplificare non può significare accorpare senza distinzione. Serve un equilibrio che tuteli i territori e mantenga il ruolo centrale dei GAL nello sviluppo rurale».

Agostino Bonomo, presidente GAL Montagna Vicentina.

La trasformazione dei numerosi programmi regionali e settoriali in un unico piano nazionale potrebbe comportare, secondo i GAL veneti, una perdita di specificità e flessibilità nell’utilizzo delle risorse, con il rischio che i fondi vengano dirottati su altre priorità. Infatti ciò che differenzia i GAL è l’iperspecializzazione e la profonda conoscenza dei territori rurali, che rappresentano complessivamente oltre l’80% delle zone rurali europee, ospitando 137 milioni di persone, quasi il 30% della popolazione dell’UE. Grazie al loro radicamento, i GAL interagiscono con tutti gli attori pubblici e privati, interpretando e analizzando in maniera costante bisogni e necessità locali. Questa capacità di visione capillare, unita all’esperienza maturata in anni di progettazione condivisa, costituisce un valore aggiunto determinante, che però rischia di perdere efficacia con le riforme ipotizzate, compromettendo una governance che finora ha rappresentato un modello virtuoso anche per altri territori europei.

Ma l’appello più netto arriva da Ermanno Anselmi, presidente del GAL Baldo-Lessinia, che lancia un forte allarme rispetto agli effetti che la riforma potrebbe avere per l’intera dorsale montana del Veneto: «Tutti i GAL sono compatti su questa posizione perché è a forte rischio anche il programma LEADER, non solo per la riduzione dei fondi destinati alla PAC, ma anche per l’impatto che questo avrà sulle aree marginali, che rischiano di essere tagliate fuori dai percorsi di sviluppo. In questi anni sono stati investiti molti soldi su questi territori, e oggi si rischia di disperdere il lavoro fatto. Serve ristabilire almeno l’equilibrio attuale. Il declassamento dei territori, lo spopolamento, le difficoltà delle comunità montane, i dazi e la scarsità di servizi stanno già mettendo in ginocchio queste zone. Se a tutto questo si aggiunge anche la riduzione delle risorse della PAC, il rischio è che le nostre comunità vengano escluse dai circuiti di sviluppo».

Ermanno Anselmi, presidente del GAL Baldo-Lessinia.

Anselmi ha poi sottolineato un aspetto fondamentale: «L’Unione europea è nata sulle politiche agricole. Ridurle o stravolgerle accorpandole in un fondo generico è pericolosissimo, perché si rischia di compromettere uno degli strumenti più efficaci che l’Europa ha messo a disposizione dei territori. Tutte le associazioni di categoria sono concordi: il programma LEADER non va toccato».

Il Coordinamento dei GAL veneti, attivo fin dagli anni ’90, rappresenta una rete solida e capillare che copre 273 comuni e oltre 10.000 km² di territorio, coinvolgendo oltre 1,2 milioni di cittadini. Grazie ai fondi LEADER, sono stati finanziati 1.614 progetti per oltre 74 milioni di euro, generando un impatto economico regionale vicino ai 120 milioni. Il GAL Baldo-Lessinia, in particolare, è parte attiva del coordinamento ed è coinvolto nel biennio 2025/2026 con un ruolo di supporto alla presidenza.

La foto di gruppo del Tavolo di coordinamento del 2 luglio con presidenti e direttori dei GAL assieme ai rappresentanti del partenariato.


INTERVENTO 19.1.1 INTERVENTO 19.4.1 INTERVENTO 19.2.1.X

INTERVENTO SRG05

INTERVENTO SRG06 AZIONE B

“Iniziativa finanziata dal Complemento di sviluppo Rurale per il Veneto 2023-2027.
Organismo responsabile dell’informazione: GAL Baldo-Lessinia.
Autorità di gestione: Regione Veneto – Direzione AdG FEASR Bonifica e Irrigazione”