Giovedì 30 ottobre, presso la Fondazione Forte Marghera di Mestre (Venezia), si è svolto il quarto e ultimo appuntamento del percorso di formazione promosso dall’Autorità di Gestione del FEASR Bonifica e Irrigazione nell’ambito del Partenariato PAC 2030.
Il workshop, dal titolo “Comunicare il futuro – Dai social media all’IA: per una comunicazione responsabile fatta da e per le persone”, e moderato da Maria Paola La Caria, ha chiuso un ciclo iniziato nel 2022 con l’obiettivo di rafforzare le competenze dei referenti della comunicazione rurale, favorendo un dialogo costruttivo tra istituzioni, territori e cittadini.

Un percorso condiviso e un messaggio chiaro: comunicare è responsabilità
Ad aprire i lavori è stato Franco Contarin, direttore dell’AdG FEASR Bonifica e Irrigazione, che ha ricordato il senso del percorso svolto in questi anni: «L’iniziativa è nata per impratichire i nostri uffici di comunicazione, condividendo il cammino con altre realtà affini. Comunicare in modo efficace il contesto rurale significa anche garantire visibilità all’impegno dell’Europa nello sviluppo dei territori. Ci è affidato un compito di responsabilità: far conoscere i fondi e gli strumenti che sostengono la crescita delle aree rurali».
In collegamento da Roma, Simona Angelini, direttore generale del Ministero dell’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste, ha ripreso il concetto sottolineando l’importanza di una comunicazione corretta e verificata: «Le nuove tecnologie consentono di raggiungere pubblici sempre più ampi, ma pongono anche il rischio di una diffusione incontrollata di contenuti non veritieri. È fondamentale, nel nostro ambito, garantire la corretta divulgazione dei messaggi legati alla PAC».

Prima delle relazioni, hanno portato i propri saluti anche i direttori delle AdG Piemonte, Umbria, Liguria e Friuli Venezia Giulia, confermando la mission condivisa di una comunicazione partecipata tra amministrazioni e territori.
Il valore della parola secondo Silvano Petrosino
La prima relazione, affidata al professor Silvano Petrosino, ordinario di Scienze della comunicazione e dello spettacolo all’Università Cattolica di Milano, ha offerto una profonda riflessione filosofica sul linguaggio e sul suo ruolo nella società contemporanea.
«Bisogna smettere di dire che tutto è comunicazione – ha osservato –. A volte si tratta solo di un trasferimento di informazioni. Comunicare significa mettere in comune, ed è un atto che richiede ascolto, attenzione e responsabilità verso chi ci ascolta».
Petrosino ha distinto il semplice “avere un parere” dall’“avere un pensiero”, richiamando l’importanza di un uso consapevole delle parole, soprattutto in un’epoca segnata da sovraccarico informativo e demagogia comunicativa. «Chi vuole imparare a comunicare deve prima di tutto imparare ad ascoltare», ha concluso.

Le buone pratiche delle regioni e un esempio internazionale
Il workshop ha poi dato spazio ad alcune testimonianze di esperienze virtuose di comunicazione in ambito rurale.
Valentina Archimede (ADG Piemonte) ha illustrato il progetto del podcast “Gemme – Storie di sviluppo rurale del Piemonte”: 19 puntate da 15 minuti, dedicate a dieci aziende agricole innovative che raccontano la trasformazione dell’agricoltura piemontese nei diversi settori produttivi, dalla viticoltura all’agricoltura sociale.

Giovanna Mottola (ADG Umbria) ha presentato invece “CRS in cammino”, una roadmap itinerante di dodici incontri territoriali realizzati tra il 2022 e il 2023, che ha coinvolto GAL, associazioni agricole e partenariato locale per comunicare, attraverso anche performance artistiche e musicali, le opportunità del nuovo Complemento di Sviluppo Rurale (CSR) dell’Umbria, dotato di 519 milioni di euro fino al 2027.

Dalla Finlandia è arrivato l’intervento di Tommi Rajala, direttore artistico e rappresentante della Poulanka Pessimists Association, associazione culturale nata nella piccola cittadina di Puolanka, autoproclamatasi “la città più pessimista del mondo”. Un esempio di autoironia e creatività al servizio dello sviluppo locale: la comunità, trasformando il pessimismo in marchio distintivo, ha saputo rilanciare turismo e identità territoriale.

L’intelligenza artificiale come nuovo interlocutore della comunicazione
La mattinata si è chius con la relazione di Luca Sambucci, esperto di intelligenza artificiale e cybersecurity, dal titolo “Quando l’AI è il tuo primo lettore – Scrivere per convincere i nuovi buttafuori digitali”.
Sambucci ha spiegato come oggi «il primo lettore di ogni contenuto online è un algoritmo». L’AI, ha aggiunto, è diventata un intermediario tra le persone e l’informazione, e chi si occupa di comunicazione deve saperne comprendere logiche e linguaggi.
«Viviamo in un’epoca di zero click internet – ha evidenziato –: due terzi degli utenti non visitano più i siti web, ma si affidano alle risposte sintetiche offerte dagli strumenti di intelligenza artificiale. Lo stesso Google, per la prima volta in 22 anni, ha registrato un calo di utenti. Per questo, è indispensabile presidiare i nuovi canali digitali, strutturare i contenuti in modo chiaro e testarne la leggibilità anche per le AI».
Un messaggio che sintetizza la direzione futura: combattere il fuoco con il fuoco, usando l’IA per valorizzare e non distorcere la comunicazione pubblica e istituzionale.

Un ciclo che lascia strumenti e consapevolezza
Il percorso avviato nel 2022 si conclude così con un bilancio positivo: una rete di operatori pubblici e comunicatori rurali più consapevoli delle sfide della contemporaneità e meglio equipaggiati per raccontare in modo trasparente e accessibile i valori della nuova Politica Agricola Comune. Un ciclo formativo che ha unito riflessione culturale, buone pratiche e innovazione digitale, con l’obiettivo di costruire una comunicazione sempre più efficace e condivisa – fatta da e per le persone.









